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Diffamazione via internet: l'indirizzo IP "incastra" il colpevole

In caso di diffamazione via internet ai fini dell'identificazione dell'autore assumono rilievo gli accertamenti sull'indirizzo IP utilizzato. Così è stato deciso dalla sezione quinta della Suprema Corte di cassazione, con la Sent. 29 febbraio 2016, n. 8275. La Corte aveva preso in considerazione anche l'ipotesi alternativa del "furto informatico", proposta dalla difesa per neutralizzare il dato dell'indirizzo IP, ritenendo tuttavia che si trattasse di circostanza che, nel caso, doveva essere supportata da elementi concreti e convincenti.